Buongiorno,
credevate che non mi sarei mai più fatta viva, e invece eccomi qua. Ho sorpreso anche me stessa (ride).
Ho deciso di scrivere questo post per puro caso, perché mi sono capitate fra le mani un libro (giapponese) e un manga che trattano bene o male dello stesso argomento. Mi sembrava una coincidenza troppo palese, per non approfittarne.
Quindi oggi ho deciso che vi parlerò brevemente di un trope narrativo che viene spesso abusato, e non solo nella narrativa orientale (in questo caso la giapponese), ma anche nella narrativa italiana, o statunitense. E come tale trope venga affrontato con aspetti più o meno negativi a seconda di dove ci rivolgiamo.
Ma di cosa sto parlando? Del matrimonio di convenienza fra una donna cis e un uomo gay.
Se vi piace il romance MM sicuramente avrete letto almeno un romanzo che tratta dell'argomento, dove magari il protagonista di turno è costretto a sposarsi con la ricca ereditiera così da non perdere la propria, di eredità, o da non venire diseredato. Spesso questo tipo di trope si trova anche nei romance FM; ovviamente in entrambi i casi con esiti positivi.
Qualche giorno fa ho iniziato a leggere Stella stellina di Ekuni Kaori, un romanzo edito Atmosphere libri, non mi dilungherò nel parlarvene nello specifico, visto che potrete leggere comodamente la mia recensione su Instagram.
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Il manga parla del matrimonio di convenienza fra Gaku, uomo gay da sempre innamorato dell'amico d'infanzia, e Yuriko, fujoshi aromantica e asessuale. I due decidono di scappare dalla propria vita famigliare per creare un equilibrio tutto loro, per smettere di sentirsi giudicati o non abbastanza giusti per le proprie famiglie.
In Stella stellina Mutsuki è un medico gay, fidanzato da anni con Kon, suo amico d'infanzia e Shoko è una donna sull'orlo della depressione che cerca di scappare dall'immagine della donna perfetta che, specialmente la madre di lei, cerca di appiopparle.
Vedere qualche somiglianza?
Beh, ce ne sono altre, ovviamente, ma vorrei più che altro soffermarmi sul ruolo delle protagoniste femminili. A differenze di quanto si potrebbe trovare in un romanzo occidentale, qui le donne diventano complici e sostenitrici dei "finti mariti". Sia Shoko che Yuriko provano una sorta di amore per il partner, è immediata per loro la voglia di aiutarli nella vita quotidiana, creando una routine e una consuetudine adatta a questo matrimonio così particolare.
Spesso le donne in questi ambiti vengono viste come delle minacce, qualcuno che vuole separare la felice coppia gay, in questi due esempi, invece, sono presentate in modo positivo, pur con i loro difetti, ed è un aspetto non da poco. Shoko e Yuriko sono diverse, hanno problematiche diverse, ma sono entrambe donne che soffrono e che non vogliono far soffrire chi sta loro accanto. Forse proprio perché si sono sempre sentite sbagliate, in difetto rispetto agli altri, a una normalità che la società impone, sono le prime a schierarsi in difesa di coloro che vedono simili a loro.
Sono dei "leoni d'argento", per citare un passo di Stella stellina, sono esseri quasi mitici, solitari, che cercano un branco di loro simili per sopravvivere.
Shoko, fra le due, è quella più attaccata al marito, mentre Yuriko lo vede più qualcuno per cui fare il tifo, Shoko si attacca a Mutsuki per trovare un suo equilibrio. diventa per lei una sorta di dipendenza e qualcosa sì da proteggere, ma anche con cui proteggersi dal mondo. Si crea, in entrambe le storie, una sorta di simbiosi che discerne l'amore fisico, crea invece un amore platonico che diventa "il muro" di protezione della coppia contro una società che non li accetterebbe mai, a meno che non decidessero di cambiare e uniformarsi, seguire passo dopo passo determinati step che ogni coppia deve affrontare.
I want to be the wall è un'opera in tre volumi, il secondo uscirà a settembre, e di cui sono parecchio curiosa. Ho letto fino al volume due in inglese e voglio davvero capire come l'autrice riuscirà a risolvere determinate cose che ha messo in ballo nel volume centrale. Visto che poi si chiude con un bel cliffhanger che sperò non finirà a tarallucci e vino. Sto incrociando un sacco le dita, perché spesso prodotti molto validi hanno questo problema: "svaccano" sul finale ç_ç.
Staremo a vedere.
Avere letto queste due opere? Vi ho un pochino incuriosito? Ne conoscete altre che trattano di argomenti simili?
Alla prossima,
Rika.